Archivio di aprile 2020

Coronavirus: chiese chiuse e preghiera

giovedì, 30 aprile 2020

DESIDERARE L’EUCARISTIA PER VIVERLA CON MAGGIORE CONSAPEVOLEZZA

Il lungo periodo di chiusura nelle nostre case accende il giusto, forse frettoloso, desiderio di un ritorno alla vita di relazione sociale, ma anche il bisogno di una ripresa della vita di fede, attraverso la partecipazione reale alla celebrazione della Santa Messa e ai sacramenti.
Ora molti vogliono la riapertura immediata delle chiese. Un desiderio legittimo, difficile dire se vero o pretestuoso, dal momento che tra coloro che protestano sui social ci sono sicuramente alcuni che sentono il bisogno dell’Eucaristia festiva, ma probabilmente anche tanti che normalmente stanno a distanza di sicurezza dalla chiesa e dai sacramenti.
Premetto che sono pienamente convinto che l’Eucaristia è il Cuore della vita di un cristiano e che la chiesa, intesa come comunità, non esiste senza l’Eucaristia, che la rende compatta e unita. Di conseguenza, non può stare senza ritrovarsi per la celebrazione della Messa. 
Ma in questi giorni ho pensato anche al profeta Amos, che sarebbe certamente utile leggere e meditare in questo momento di forzata solitudine. 
In un periodo storico, il nostro non è certamente diverso, caratterizzato dalla sete di guadagno, dallo sfruttamento dei poveri, dal rispetto solo formale del sabato, il profeta annuncia questa Parola di Dio:
“Ecco, verranno giorni….
in cui manderò la fame nel paese;
non fame di pane né sete di acqua,
ma di ascoltare le parole del Signore».
Allora andranno errando da un mare all’altro
e vagheranno da settentrione a oriente,
per cercare la parola del Signore,
ma non la troveranno” (Amos 8, 11-12)
interno-chiesa-madre2Il profeta è inascoltato e, allora, Dio non parla più, fa desiderare la Sua Parola. Un silenzio percepito come un grande castigo. Così il popolo, angosciato, comincia a desiderare la Parola di Dio, “ma non la troverà”.
Rileggendo questo brano, ho pensato che forse Dio permette questo tempo di pandemia per mandare un messaggio chiaro a tutti noi: ai cristiani che Lo hanno lasciato inutilmente bussare alla porta di casa e del cuore, senza mai aprirlo; ai cristiani che, quando potevano andare in chiesa, la domenica hanno preferito il letto il supermercato lo svago il divertimento alla celebrazione della Messa; ai cristiani che non hanno preso in considerazione la Sua Parola come norma della loro vita; ai cristiani che hanno ritenuto superflua la sua presenza, perché sono altre le cose che veramente contano.
Forse è lecito domandarsi se Dio non ci faccia desiderare la chiesa l’Eucaristia i sacramenti, per farci capire che sono beni primari di cui non possiamo e non dobbiamo più fare a meno. Beni che non sempre abbiamo apprezzato e che dobbiamo cercare non più con leggerezza, ma con ferma convinzione.
dsc_0027Chiusi in casa abbiamo più tempo per riflettere, per guardare nell’intimo del nostro cuore, per ripensare la nostra vita di relazione, per dare più spazio e continuità alla preghiera. Mai si è pregato come adesso ed è bello sentir dire, a qualcuno che non ha mai messo piede in chiesa la domenica, che inizia la sua giornata partecipando all’Eucaristia, celebrata da Papa Francesco a Santa Marta. 
L’esperienza, sia pure dolorosa, della pandemia può essere vissuta come opportunità per capire, finalmente, cosa vuol dire essere e vivere da cristiani. 
Del resto, i primi cristiani, perseguitati e costretti a nascondersi per pregare, aumentavano di numero e uscivano più forti da quelle prove, capaci di affrontare qualsiasi pericolo, persino la morte, per dare testimonianza della loro fede.
Penso, allora, che anche per noi il periodo della chiusura temporanea e non voluta delle chiese, può risultare persino utile se vieno colto come un momento di “grazia”, per scuoterci e dare più forza alla nostra tiepida e, a volte, insipida fede.

Coronavirus: Santo Rosario da Copertino

martedì, 28 aprile 2020

CON LA RECITA DEL SANTO ROSARIO E L’INTERCESSIONE DI MARIA, BUSSIAMO CON FIDUCIA AL CUORE MISERICORDIOSO DI DIO

Il bisogno di rivolgersi a Dio con la preghiera affiora già nel primo libro della Bibbia.  
Il libro della Genesi riporta un’accorata preghiera di Abramo, che si rivolge a Dio perché rinunci al suo progetto di “sterminare” Sodoma e Gomorra, due città corrotte e perverse. 
Il colloquio intimo e familiare tra Abramo e Dio è raccontato nel capitolo 18, esattamente in Genesi 18, 23-33, che affido alla vostra lettura e meditazione personale. Per non dilungarmi, qui trascrivo solo alcuni versetti:
aggiungi-unintestazione-16“Davvero sterminerai il giusto con l’empio? Forse vi sono cinquanta giusti nella città: davvero li vuoi sopprimere? E non perdonerai a quel luogo per riguardo ai cinquanta giusti che vi si trovano?… Rispose il Signore: Se a Sodoma troverò cinquanta giusti, per riguardo a loro perdonerò a tutto quel luogo. Abramo riprese e disse: Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere: forse ai cinquanta giusti ne mancheranno cinque…Rispose: Non la distruggerò, se ve ne troverò quarantacinque. Abramo: Forse là se ne troveranno quaranta …. trenta…venti…. dieci. Rispose: Non la distruggerò per riguardo a quei dieci”. 
Alcune considerazioni per capire come possiamo rivolgerci a Dio:
1. Davanti alla grandezza di Dio, Abramo è consapevole della propria piccolezza: “vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere”. L’umiltà è il primo atteggiamento da assumere nella preghiera;
2. Abramo si rivolge a Dio con umiltà, ma anche con estrema confidenza e insistenza, quasi a stancarlo: “Forse vi sono cinquanta giusti nella città…quaranta…” fino a negoziare la salvezza delle due città per la presenza di soli dieci giusti. Nella preghiera è necessario bussare continuamente alla porta del Cuore misericordioso di Dio, senza stancarsi. Lo raccomanda anche Gesù: “chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto” (Lc 11,9);
3. Dio, contro il suo desiderio, non riesce a salvare gli abitanti di Sodoma e Gomorra, che perseverano, impenitenti, nel loro “grande peccato”, ma il racconto ci dice chiaramente che bastano pochi giusti per mantenere in piedi il mondo stordito e dominato dal male. La vera sapienza di un cristiano, quindi, consiste nel lasciarsi attrarre dal bene, per arginare l’indubbia potenza del male.
4. Rileggendo questo testo della Genesi, mi sembra di capire: è lodevole pregare e insistere nella preghiera, ma solo la preghiera dei “giusti” arriva e commuove il cuore di Dio.
E ancora: quante preghiere, che partono da cuori induriti e compromessi col male, pretendono inutilmente di trovare ascolto!
Per fortuna, sono ancora tanti i giusti che, generosamente disinteressatamente e senza far rumore, spendono la loro vita al servizio degli altri, consentendo a tutti noi di continuare a sperare. 

Vi invito a condividere, domani sera alle ore 21.00, l’appuntamento settimanale con la recita del santo Rosario, che sarà trasmesso, su Tv 2000, dal santuario di Santa Maria della Grotta in Copertino (Lecce).

Coronavirus: Insieme per la recita del Santo Rosario

martedì, 21 aprile 2020

CON LE MANI ALZATE VERSO IL CIELO, SOSTENIAMOCI RECIPROCAMENTE NELLA PREGHIERA

Tra i tanti ostacoli che il popolo d’Israele incontra nel suo faticoso cammino verso la Terra Promessa, il libro dell’Esodo racconta l’agguato subito dagli amaleciti (Es 17, 8-13).
Israele non avrebbe mai potuto vincere contro un popolo spietato, esperto nell’arte della guerra.
Mosè, senza perdersi d’animo e fiducioso in un intervento di Dio, dopo aver spinto Giosuè ad andare in battaglia contro Amalek, sale sul monte per ritirarsi in preghiera.
schermata-2020-04-21-alle-10-35-55Una preghiera che diventa decisiva per l’esito della battaglia: “Quando Mosè alzava le mani, Israele prevaleva; ma quando le lasciava cadere, prevaleva Amalèk. Poiché Mosè sentiva pesare le mani, presero una pietra, la collocarono sotto di lui ed egli vi si sedette, mentre Aronne e Cur, uno da una parte e l’altro dall’altra, sostenevano le sue mani. Così le sue mani rimasero ferme fino al tramonto del sole. Giosuè sconfisse Amalèk e il suo popolo” (Es 17, 11-13).
Il testo dell’Esodo suggerisce due riflessioni: 
1. Mosè, sebbene stanco, insiste nella preghiera e Israele ottiene un’impossibile vittoria. Un particolare che deve spingerci, in questa impari lotta contro un virus insidioso, a insistere testardamente nella preghiera, fiduciosi che Dio interverrà;
2. Aronne e Cur sostengono le mani di Mosè, perché rimangano alzate nella preghiera di supplica e, così, consentano al popolo di prevalere sul campo di battaglia. L’atteggiamento di Aronne e Cur insegna che nella lotta contro le forze del male non possiamo agire da soli, ma abbiamo bisogno di sostenerci reciprocamente nella preghiera, perché il Signore ci ascolti.
cq5dam-thumbnail-cropped-1000-563Rileggendo questo brano dell’Esodo mi è venuta davanti l’immagine di Papa Francesco che prega, da solo, davanti al Crocifisso nella chiesa di San Marcello al Corso, per la fine della pandemia.
Sosteniamo, con la nostra preghiera, le mani stanche e affaticate di questo grande e umile nuovo condottiero della chiesa, che continua incessantemente a invocare la protezione di Dio sul mondo intero.
Le sue e le nostre braccia alzate verso il cielo sono decisive perché, ancora una volta, il Signore risparmi il suo popolo da una strage.
Ritroviamoci domani sera, mercoledì 22 aprile, su Tv 2000 alle ore 21.00, per la recita del Santo Rosario, guidato dal cardinale di Bologna Matteo Zuppi.

coronavirus: celebrazione domenica della Misericordia

lunedì, 20 aprile 2020

UNITI NELLA CELEBRAZIONE EUCARISTICA DELLA DOMENICA PER ALIMENTARE IL DONO DELLA FEDE
dsc_0024Come è noto, il governo con il Decreto del 10 aprile 2020, ha prorogato fino al 3 maggio le limitazioni già̀ in vigore, che prevedono anche la sospensione delle attività̀ di culto, aperte al pubblico. Anche la conferenza episcopale italiana (CEI), che quotidianamente si confronta con “il governo e il ministero dell’interno”, comunica che i riti religiosi si celebrino “senza concorso di popolo” e concede che per un “minimo di dignità̀ alla celebrazione, accanto al celebrante sia assicurata la partecipazione di un diacono, di chi serve all’altare, oltre che di un lettore, un cantore, un organista ed, eventualmente, due operatori per la trasmissione”
Rispettando scrupolosamente le indicazioni ricevute, nelle prossime domeniche continuerò a celebrare in chiesa, con la presenza di pochissime persone, necessarie per l’animazione liturgica della Santa Messa e per consentire di raggiungervi nelle vostre case, tramite la diretta streaming sulla pagina facebook della parrocchia. 
Le persone presenti, tutte munite di mascherina, manterranno, responsabilmente, la distanza di sicurezza. 
Il Vangelo di domenica, che presenta l’iniziale fede incerta di Tommaso, vuol essere un invito a coltivare la nostra fede, spesso combattuta e tentata dal dubbio. Perciò, continuiamo a pregare insieme per custodire questo grande dono, che Dio ci ha consegnato nel giorno del battesimo.
Vi aspetto domenica 19 aprile alle ore 10.00 per la celebrazione della Santa Messa della Divina Misericordia.
La diretta streaming, per quanto inadeguata, in ogni caso ci consentirà di sentirci uniti come una vera comunità di fede, che sente il bisogno di ritrovarsi attorno alla Mensa Eucaristica.
Vi auguro una buona giornata.
Un abbraccio
Il parroco gm

Coronavirus: Santo Rosario e supplica da Pompei

mercoledì, 15 aprile 2020

ROMPIAMO L’APPARENTE SILENZIO DI DIO CON LA PREGHIERA INSISTENTE.
SANTO ROSARIO E SUPPLICA DA POMPEI

Passa il tempo e le nuove condizioni di vita, imposte dalla pandemia, diventano sempre più insopportabili. 
schermata-2020-04-15-alle-10-00-00Questo è il tempo della sopportazione paziente, il tempo di non arrendersi. Soprattutto nella preghiera.
Diciamo con il salmista:
“A te grido, Signore, mia roccia,
non restare in silenzio mio Dio,
perché se tu non mi parli,
sono come chi scende nella fossa”. (salmo 27,1)
È il tempo di continuare a invocare il Signore, di “gridare” verso di Lui, consapevoli che “se Dio non ci parla”, ci sentiamo smarriti e perduti.
Il “silenzio” di Dio è solo apparente, in realtà non è sordo al “grido” dei suoi figli, ma interviene con i suoi tempi, che è necessario saper attendere, perché non sempre coincidono con i nostri. Bisogna solo fidarsi e insistere, nella certezza che solo una preghiera forte e convinta può mettere la parola fine a una situazione, che diventa sempre più difficile e complessa.
La fede richiede pazienza e non ammette stanchezza. Allora, continuiamo a pregare e a pregare insieme.
Ritroviamoci questa sera alle ore 21.00 su Tv 2000, collegati con il Santuario di Pompei, per la recita del Santo Rosario e la Supplica alla Madonna.

novena alla Divina Misericordia

domenica, 12 aprile 2020

INVOCHIAMO INSIEME LA DIVINA MISERICORDIA
AUGURI DI BUONA PASQUA 
Ieri, venerdì Santo, dopo la liturgia della Passione, abbiamo iniziato la novena e la coroncina alla Divina Misericordia.
È una preghiera potente, che vorrei raccomandarvi di continuare in questi giorni, possibilmente alle ore 15.00, fino a domenica 19 aprile, giorno della festa della Divina Misericordia.
dsc_0024Nelle conversazioni con Santa Faustina Kowalska, Gesù dice: “Ho tutta la vita eterna per usare la giustizia e ho solo la vita terrena in cui posso usare la misericordia; ora voglio usare misericordia!”.
Uniamoci tutti, con fiducia nella preghiera, ognuno nel silenzio della propria casa, per chiedere a Gesù che abbia pietà di noi, ci soccorra con la sua infinita Misericordia e ci liberi al più presto da questa pandemia.
AUGURO AI MIEI PARROCCHIANI E A TUTTII GLI AMICI DI FACEBOOK una serena e Santa Pasqua.
Gesù Risorto entri con la sua benedizione nelle vostre case, protegga voi e le vostre famiglie da questa epidemia e da ogni male. Volga il suo sguardo benevolo verso tutta l’umanità.
Chi non ha il libro per seguire la novena, può trovarla se questo link:
https://www.preghiereperlafamiglia.it/novena-alla-divina-mi…

 

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Coronavirus: triduo pasquale

domenica, 12 aprile 2020

TRIDUO PASQUALE: INSIEME ATTORNO A GESU’
In questo triduo Pasquale, che inizia oggi giovedì 9 aprile, in modo così inconsueto, sforziamoci ugualmente, anzi di più, per creare attorno a noi un clima di silenzio e preghiera. Per metterci in ascolto di Gesù e aprire il nostro cuore alla gratitudine per l’Amore, unico e generoso, che ha riversato sull’umanità intera.
Possibilmente cerchiamo di pregare insieme, accettando benevolmente i limiti imposti da questa epidemia ed eliminando le distanze, restando saldamente uniti spiritualmente.
Per questo, vi invito a pregare insieme con me, seguendo le celebrazioni attraverso il web, sulla pagina facebook della parrocchia, unico modo oggi possibile per soddisfare il desiderio di ritrovarci come comunità, attorno a Gesù. Vi ricordo giorni e orari:
GIOVEDI’ SANTO: ore 17.00 Santa Messa della Cena;
VENERDI’ SANTO: ore 15.00 Liturgia della Passione e novena alla Divina Misericordia;
DOMENICA DI PASQUA: ore 10.00 Santa Messa della Risurrezione
Pregando insieme in questi giorni, cerchiamo di ritrovare quella serenità interiore e quella Pace, che un po’ abbiamo perduto, ma che Gesù può e vuole sicuramente ridarci.

Coronavirus: Dio ci educa nella prova

domenica, 12 aprile 2020

DIO CI “EDUCA” NELLA PROVA
(Chiedo scusa per la inevitabile lunghezza del post e un po’ di pazienza per la lettura)

In questi giorni, nella mia mente tornano, in modo ricorrente, alcune parole dure della Scrittura.
Parole inequivocabili che ci presentano un Dio che minaccia e punisce il suo popolo per le continue infedeltà.
La schiavitù egiziana, il lungo e interminabile cammino nel deserto verso la terra promessa, l’esilio di Babilonia e tanti altri momenti di terribili prove, sono descritti dagli autori biblici come giusti castighi contro un popolo infedele e idolatra, che abbandona continuamente il suo Dio.
Per brevità, cito come esempio solo un brano del profeta Amos e uno dal libro delle cronache, sottoposto alla mia attenzione.
Amos:
“Ascoltate questo, voi che calpestate il povero
e sterminate gli umili del paese…
In quel giorno – oracolo del Signore Dio -
farò tramontare il sole a mezzogiorno
e oscurerò la terra in pieno giorno!
Cambierò le vostre feste in lutto
e tutti i vostri canti in lamento” … (Am 8, 4.9-10)
Secondo libro delle cronache:  
“Se chiuderò il cielo e non ci sarà più pioggia…. se invierò la peste in mezzo al mio popolo, se il mio popolo, sul quale è stato invocato il mio nome, si umilierà, pregherà e ricercherà il mio volto, e si convertirà dalle sue vie malvagie, ascolterò dal cielo e perdonerò il suo peccato e risanerò la sua terra….Ma se voi devierete e abbandonerete le leggi e le norme che io vi ho proposto, se andrete a servire altri dèi e a prostrarvi davanti a loro, vi sterminerò dalla terra che vi ho dato.” (2Cr 7, 13-14.19-20)
Nel brano di Amos Dio appare inflessibile verso i potenti, che sfruttano i poveri e calpestano i loro più elementari diritti con intollerabili ingiustizie.
Nel brano delle Cronache, si mostra pronto a “sterminare” il popolo che abbandona le sue leggi, ma anche attento alla preghiera di chi si converte “dalle sue vie malvagie” e lo invoca con cuore umile.
In questo tempo di coronavirus è diffuso il pensiero di un Dio “stanco” degli uomini, delle tante malvagità, delle ingiustizie, del nostro egoismo che non ci permette di vedere interi popoli abbandonati e costretti alla fame. E si conclude: Dio non ne può più e ci castiga, come faceva con il suo antico popolo d’Israele.
Se il Dio dell’antico testamento, secondo la mentalità del tempo, alterna castigo e misericordia, Gesù ci presenta l’immagine vera di Dio, insegnandoci a fidarci di Lui e a chiamarlo “Abbà” (Papà).
La vendetta, a cui spesso ricorre l’uomo, non appartiene a Dio, Padre Misericordioso. 
Forse, dunque, è più corretto dire che Dio non vuole ma permette epidemie e calamità naturali, che risalgono esclusivamente alla stoltezza dell’uomo. E si serve di questi momenti per “educarci” e richiamarci all’essenziale, ai veri valori che contano. La prova, infatti, toglie le certezze e costringe a riflettere. Dio, poi, permette la prova per Amore: “Io, tutti quelli che amo, li rimprovero e li educo” (Ap 3,19). L’Amore è espressamente richiamato anche nella lettera agli ebrei: “il Signore corregge colui che egli ama…. È per la vostra correzione che voi soffrite! img_2417Dio vi tratta come figli; e qual è il figlio che non è corretto dal padre? …” (Ebr 12, 6-7)
E, soprattutto, Dio non è insensibile al grido dei suoi figli: “se il mio popolo… pregherà e ricercherà il mio volto, e si convertirà dalle sue vie malvagie, ascolterò dal cielo e perdonerò il suo peccato e risanerò la sua terra” (2Cr 7,14)
Forse bisogna cogliere questo tempo di stravolgimento delle nostre vite e di solitudine, come un’opportunità per farci alcune domande serie sulla nostra vita, sui nostri comportamenti, sui nostri rapporti.
Questo è il tempo in cui Dio passa per le nostre vie, ci parla e vuole essere accolto e ascoltato. “Timeo Dominum transeuntem” (temo il Signore che passa) diceva Sant’Agostino. Appunto, la paura che Gesù passi e noi non siamo capaci di riconoscerlo.
Chissà se, al Suo passaggio, ritroveremo l’intelligenza e il buon senso per operare una vera svolta e capire
1. che non possiamo più avvelenare la terra, che pretende ossigeno e se lo prende, lasciando noi in affanno;
2. che siamo così fragili, ospiti a tempo in questo mondo, e che il tempo è breve;  
3. che è da stolti ostinarsi e chiudersi nel proprio orgoglio, costruendo muri e dimenticando che abbiamo bisogno di tutti, ma proprio di tutti;
4. che oggi, costretti a comunicare solo virtualmente, dobbiamo riscoprire la gioia di incontrarsi, parlarsi, sorridersi e, quindi, recuperare la “normalità” dei rapporti, finalmente tanto desiderata; 
5. che attorno a noi c’è tanta gente che soffre, che cerca inutilmente nient’altro che un gesto o una parola di conforto;
6. che ci sono ancora tanti, “tantissimi poveri” che non vediamo o non vogliamo vedere e verso i quali, come ha detto Papa Francesco nell’omelia di santa Marta di lunedì 6 aprile, siamo “indifferenti”, nonostante essi siano “al centro del Vangelo”;
7. che la “bella notizia” del Vangelo deve essere “al centro della nostra vita” e che Gesù è salito sulla Croce, per renderci capaci di accoglierla, viverla e portarla a tutti.

Riti della settimana Santa

domenica, 5 aprile 2020

IN COMPAGNIA DI GESU’ VERSO IL CALVARIO
previste le dirette Facebook

Carissimi,
nonostante i limiti imposti dall’emergenza covid-19, non perdiamoci d’animo e prepariamoci a vivere i giorni della Settimana Santa restando uniti nella preghiera e meditando insieme, sia pure a distanza, i momenti più significativi della passione morte e risurrezione di Gesù.
Non sentiremo le campane che, con il loro scampanio, ci convocano in chiesa e, tuttavia, la solitudine e il silenzio, con cui siamo costretti a convivere, possono diventare un’opportunità per riflettere più intensamente sulle sofferenze di Gesù che, unicamente spinto da un Amore “folle”, liberamente si offre sulla Croce per noi.
Le campane suoneranno a festa solo a mezzogiorno del giorno di Pasqua, come segno della gioia di Gesù Risorto e anche come segno di speranza, perché sorga un po’ di luce in questo incerto tempo di buio.
dsc_0037Per la settimana Santa seguiremo le disposizioni dei nostri vescovi, che invitano all’essenzialità nella celebrazione dei riti, da svolgersi “senza la partecipazione del popolo” ed eventualmente con la sola partecipazione degli “accoliti necessari” (diacono, organista, lettore, operatore dei media).
Sento il desiderio di comunicare e condividere con voi alcuni riti della settimana di Passione. Per questo, nei giorni (Domenica delle Palme e triduo Pasquale) e negli orari sottoelencati, farò le DIRETTE FACEBOOK, perché, insieme, possiamo accompagnare Gesù nel suo faticoso cammino verso il Calvario. Ho fatto in modo che gli orari non coincidessero con le funzioni di Papa Francesco, che si possono seguire su Tv 2000 e altri canali Tv.
1. Domenica delle Palme: Santa Messa alle ore 10.00. Secondo le indicazioni ricevute, sarà una liturgia sobria, che non prevede la benedizione e la distribuzione delle palme. Eccezionalmente benedirò un solo ramoscello di ulivo, che rimarrà in chiesa come simbolo. È un segno che mancherà nelle nostre case, ma che possiamo più utilmente sostituire portando la Pace nelle nostre famiglie; 
2. Giovedì Santo: Santa Messa “in Coena Domini” ore 17.00;
71vyde2zfzl3. Venerdì Santo: giorno di digiuno e astinenza. Ore 15.00: Liturgia della Passione e inizio della Novena alla Divina Misericordia; Poiché non potrà esserci la predicazione sulle sette Parole di Gesù in Croce, troviamoci tutti, in tv alle ore 21.00, per seguire la Via Crucis di Papa Francesco;
4. Domenica di Pasqua: Santa Messa alle ore 10.00.

Comunico anche gli orari delle celebrazioni di Papa Francesco
1. Domenica delle Palme: ore 11.00;
2. Giovedì Santo ore 18.00;
3. Venerdì santo: ore 18.00 liturgia della Passione; ore 21.00 Via Crucis;
4. Sabato Santo: ore 21.00 veglia Pasquale;
5. Domenica di Pasqua: Santa Messa ore 11.00.

Buona settimana Santa, di silenzio e preghiera.

CONFESSIONE E COMUNIONE IN TEMPO DI EMERGENZA COVID-19

domenica, 5 aprile 2020

Molti fedeli, tradizionalmente e lodevolmente legati alla devozione dei primi venerdì del mese, in onore del Sacro Cuore di Gesù, avvertono oggi la mancanza del Sacramento della confessione e della Comunione.

I recenti decreti della presidenza del consiglio dei ministri, come è noto, impongono dei giusti limiti per combattere la diffusione dell’epidemia e, di fatto, impediscono anche la possibilità di accostarsi agevolmente ai sacramenti del perdono e dell’Eucaristia.
La segreteria generale della CEI afferma che, in questi casi, “se non sussistono le condizioni per poter amministrare il sacramento, supplet Ecclesia” (supplisce la chiesa, attingendo alla misericordia di Dio)… 
Questo vuol dire che in tempo di emergenza, non potendo accostarsi al sacramento della confessione, per ricevere il perdono di Dio, è sufficiente “desiderare” il sacramento, promettendosi di riceverlo appena possibile. Naturalmente è necessario mettersi con umiltà e sincerità davanti a Dio, chiedendogli perdono e promettendo di non ripetere gli stessi errori.
Lo ricorda Papa Francesco nell’omelia del 20 marzo a Santa Marta. A chi vuole “fare la pace con il Signore”, e si domanda “come posso fare se non trovo sacerdoti?”, il papa risponde: “Tu fai quello che dice il Catechismo”. E continua: “se tu non trovi un sacerdote per confessarti, parla con Dio, è tuo Padre, e digli la verità: Signore ho combinato questo, questo, questo … Scusami, e chiedigli perdono con tutto il cuore, con l’Atto di dolore e promettigli: Dopo mi confesserò, ma perdonami adesso. E subito tornerai alla grazia di Dio”.
Anche per il sacramento dell’Eucaristia, seguendo la Santa Messa attraverso i media, se non è possibile ricevere Gesù realmente, è possibile farlo spiritualmente, al momento della Comunione.
Le stesse raccomandazioni, naturalmente, valgono per tutti quelli che nel periodo pasquale avrebbero voluto accostarsi alla confessione e alla Comunione e non possono.
Dio, che guarda nei nostri cuori, conosce e apprezza i nostri desideri e ci giustifica, se ci sforziamo di convertire i nostri cuori e ci impegniamo a vivere con serietà i suoi insegnamenti.