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coronavirus: Messe con il popolo

mercoledì, 13 maggio 2020

PROTOCOLLO PER LE CELEBRAZIONI CON IL POPOLO

In data 7 maggio il ministero dell’interno e la CEI hanno concordato e firmato il protocollo circa le celebrazioni con il popolo, che riprenderanno da lunedì 18 maggio. Il “protocollo ha per oggetto le necessarie misure di sicurezza, cui ottemperare con cura” per il “contenimento e la gestione” dell’emergenza sanitaria in corso.
Sintesi delle norme, previste dal protocollo, per accedere ai luoghi di culto:
1. Evitare assembramenti in chiesa e fuori
2. Il numero delle persone che possono entrare in chiesa viene stabilito in base alla capienza dell’edificio, tenendo conto della distanza minima di sicurezza (almeno un metro).
3. Alcuni volontari vigileranno “sul numero massimo di presenze consentite”
4. Mascherine obbligatorie per chi entra in chiesa 
5. Ingresso vietato a chi ha una temperatura pari o superiore a 37,5° e a chi è stato in contatto con persone positive al coronavirus, nei giorni precedenti.
6. Acquasantiere ancora vuote e niente scambio del segno di pace.
7. Comunione sulle mani, distribuita dal sacerdote, munito di mascherina.
8. Per motivi sanitari non ci saranno foglietti per la Messa e libretti per i canti.
9. Eventuali offerte non saranno raccolte durante la celebrazione, ma è possibile deporle nel cestino, all’ingresso della chiesa.
10. Confessione svolta in “spazi ampi e aerati”, rispettando la distanza di sicurezza. Sacerdoti e fedeli indossano la mascherina.
schermata-2020-05-07-alle-16-55-57Le celebrazioni, nella nostra comunità, riprenderanno con la Messa festiva di domenica 24 maggio, alle ore 10.00. Da lunedì 18 maggio, come prevede il protocollo, provvederemo a igienizzare i luoghi di culto.
Prego vivamente i fedeli, che si recheranno in chiesa per la Celebrazione della Santa Messa festiva, di attenersi scrupolosamente alle norme sopra elencate e di seguire le indicazioni dei volontari, posti all’ingresso della chiesa.
Dal momento che le norme, molto restrittive, impongono un numero limitato di persone, può capitare la spiacevole situazione che a qualcuno venga negato l’ingresso in chiesa. 
Per evitare questa eventualità, in sé assurda e non voluta, ma suggerita dalla prudenza, nella frazione marina sarà celebrata una seconda Santa Messa nel pomeriggio di domenica, alle ore 18.00. Rimarranno naturalmente le consuete Sante Messe, alle ore 10.00 nella frazione marina e alle ore 11.00 nella Chiesa Madre.
Iniziamo, con fiducia e con responsabilità, questa nuova fase, che ci consentirà di ritrovarci uniti nella preghiera, per lodare insieme il Signore.

 

Coronavirus: le chiese riaprono per le cerimonie funebri

domenica, 3 maggio 2020

QUATTRO MAGGIO: SI RICOMINCIA CON PRUDENZA. ANCHE LA CHIESA, CON LE CERIMONIE FUNEBRI, RIPRENDE GRADUALMENTE LE CELEBRAZIONI CON IL POPOLO. 

Giorno atteso questo QUATTRO MAGGIO 2020: per noi era e rimane il giorno del ricordo del nostro Patrono, per l’Italia intera, compreso noi, è l’inizio della fase due di questa pandemia, tutt’ora in corso. Fiduciosi nella sua protezione, affidiamo la nostra terra di Calabria a San Francesco e chiediamo anche che ci guardi da improvvide fughe in avanti.
Dicono gli esperti che inizia il periodo più delicato, perché il desiderio di riappropriarsi di una impossibile “normalità”, almeno per ora, potrebbe indurci nella tentazione di riprendere con disinvoltura vecchie abitudini e, quindi, esporci al pericolo concreto di un ritorno all’indietro. 
Circolano sul web pericolose teorie, senza alcun riscontro scientifico, che parlano di un pericolo ormai passato e spingono a facili ottimismi.
Personalmente non ho competenze in materia, perciò voglio fidarmi solo di chi, attraverso uno studio serio e accurato, cerca di capire l’evolversi di un virus ancora non completamente conosciuto e di chi lotta, col pericolo della propria vita, per salvare vite umane. Persone che meritano gratitudine e rispetto anche con i nostri comportamenti.
Da queste cattedre vengono solo inviti a non sottovalutare la situazione e a seguire scrupolosamente le disposizioni delle autorità, che non vogliono arbitrariamente toglierci la libertà, ma evitare altre morti inutili.
E allora? Ancora Paura? No, solo PRUDENZA, tanta prudenza.
Perché c’è un nemico invisibile e insidioso, che si chiama “asintomatico” e può nascondersi anche tra amici e parenti.
Anche la chiesa riprende gradualmente le celebrazioni religiose con il popolo.
schermata-2020-05-03-alle-17-05-00In attesa di nuove disposizioni che consentano di aprire le chiese per la celebrazione della Santa Messa festiva, per ora, a decorrere dal 4 maggio, una nota del ministero dell’interno consente “le cerimonie funebri con l’esclusiva partecipazione di congiunti e, comunque, fino a un massimo di 15 persone… indossando protezioni per le vie respiratorie e rispettando scrupolosamente la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro”
In seguito agli accordi presi con il ministero, la CEI (conferenza episcopale italiana) ha indicato alcune misure che sottopongo all’attenzione di tutti:
1. “Prima dell’accesso in chiesa… misurazione della temperatura corporea, attraverso un termometro digitale o un termo-scanner. Questa disposizione è richiesta anche per le celebrazioni all’aperto. Venga bloccato l’accesso a chi risulti avere una temperatura corporea superiore ai 37,5°C; 
2. Per la distribuzione della Comunione eucaristica si evitino spostamenti. Sia il celebrante a recarsi ai posti, indossando la mascherina. 
3. Il celebrante, dopo aver curato l’igiene delle proprie mani, porgerà l’ostia sulle mani dei fedeli, senza venire a contatto fisico con esse. 
4. la chiesa sia igienizzata regolarmente, mediante pulizia delle superfici e degli arredi con idonei detergenti ad azione antisettica. 
5. Ove siano presenti spazi idonei, contigui alla chiesa, si prenda in considerazione la possibilità di celebrare le esequie all’aperto, con il rispetto delle distanze di sicurezza e delle altre indicazioni sopra disposte. 
6. Sia indicato anche l’obbligo di rimanere a casa in presenza di temperatura corporea oltre i 37,5°C o di altri sintomi influenzali. Si raccomandi di non accedere comunque alla chiesa e di non partecipare alle celebrazioni esequiali se sono presenti sintomi di influenza o vi è stato contatto con persone positive a SARS-COV-2 nei giorni precedenti”. 
In segno di rispetto dell’autorità civile e religiosa e, soprattutto, della vita di ogni fratello, siamo tutti invitati a osservare scrupolosamente le disposizioni ricevute.

Coronavirus: chiese chiuse e preghiera

giovedì, 30 aprile 2020

DESIDERARE L’EUCARISTIA PER VIVERLA CON MAGGIORE CONSAPEVOLEZZA

Il lungo periodo di chiusura nelle nostre case accende il giusto, forse frettoloso, desiderio di un ritorno alla vita di relazione sociale, ma anche il bisogno di una ripresa della vita di fede, attraverso la partecipazione reale alla celebrazione della Santa Messa e ai sacramenti.
Ora molti vogliono la riapertura immediata delle chiese. Un desiderio legittimo, difficile dire se vero o pretestuoso, dal momento che tra coloro che protestano sui social ci sono sicuramente alcuni che sentono il bisogno dell’Eucaristia festiva, ma probabilmente anche tanti che normalmente stanno a distanza di sicurezza dalla chiesa e dai sacramenti.
Premetto che sono pienamente convinto che l’Eucaristia è il Cuore della vita di un cristiano e che la chiesa, intesa come comunità, non esiste senza l’Eucaristia, che la rende compatta e unita. Di conseguenza, non può stare senza ritrovarsi per la celebrazione della Messa. 
Ma in questi giorni ho pensato anche al profeta Amos, che sarebbe certamente utile leggere e meditare in questo momento di forzata solitudine. 
In un periodo storico, il nostro non è certamente diverso, caratterizzato dalla sete di guadagno, dallo sfruttamento dei poveri, dal rispetto solo formale del sabato, il profeta annuncia questa Parola di Dio:
“Ecco, verranno giorni….
in cui manderò la fame nel paese;
non fame di pane né sete di acqua,
ma di ascoltare le parole del Signore».
Allora andranno errando da un mare all’altro
e vagheranno da settentrione a oriente,
per cercare la parola del Signore,
ma non la troveranno” (Amos 8, 11-12)
interno-chiesa-madre2Il profeta è inascoltato e, allora, Dio non parla più, fa desiderare la Sua Parola. Un silenzio percepito come un grande castigo. Così il popolo, angosciato, comincia a desiderare la Parola di Dio, “ma non la troverà”.
Rileggendo questo brano, ho pensato che forse Dio permette questo tempo di pandemia per mandare un messaggio chiaro a tutti noi: ai cristiani che Lo hanno lasciato inutilmente bussare alla porta di casa e del cuore, senza mai aprirlo; ai cristiani che, quando potevano andare in chiesa, la domenica hanno preferito il letto il supermercato lo svago il divertimento alla celebrazione della Messa; ai cristiani che non hanno preso in considerazione la Sua Parola come norma della loro vita; ai cristiani che hanno ritenuto superflua la sua presenza, perché sono altre le cose che veramente contano.
Forse è lecito domandarsi se Dio non ci faccia desiderare la chiesa l’Eucaristia i sacramenti, per farci capire che sono beni primari di cui non possiamo e non dobbiamo più fare a meno. Beni che non sempre abbiamo apprezzato e che dobbiamo cercare non più con leggerezza, ma con ferma convinzione.
dsc_0027Chiusi in casa abbiamo più tempo per riflettere, per guardare nell’intimo del nostro cuore, per ripensare la nostra vita di relazione, per dare più spazio e continuità alla preghiera. Mai si è pregato come adesso ed è bello sentir dire, a qualcuno che non ha mai messo piede in chiesa la domenica, che inizia la sua giornata partecipando all’Eucaristia, celebrata da Papa Francesco a Santa Marta. 
L’esperienza, sia pure dolorosa, della pandemia può essere vissuta come opportunità per capire, finalmente, cosa vuol dire essere e vivere da cristiani. 
Del resto, i primi cristiani, perseguitati e costretti a nascondersi per pregare, aumentavano di numero e uscivano più forti da quelle prove, capaci di affrontare qualsiasi pericolo, persino la morte, per dare testimonianza della loro fede.
Penso, allora, che anche per noi il periodo della chiusura temporanea e non voluta delle chiese, può risultare persino utile se vieno colto come un momento di “grazia”, per scuoterci e dare più forza alla nostra tiepida e, a volte, insipida fede.

Coronavirus: Santo Rosario da Copertino

martedì, 28 aprile 2020

CON LA RECITA DEL SANTO ROSARIO E L’INTERCESSIONE DI MARIA, BUSSIAMO CON FIDUCIA AL CUORE MISERICORDIOSO DI DIO

Il bisogno di rivolgersi a Dio con la preghiera affiora già nel primo libro della Bibbia.  
Il libro della Genesi riporta un’accorata preghiera di Abramo, che si rivolge a Dio perché rinunci al suo progetto di “sterminare” Sodoma e Gomorra, due città corrotte e perverse. 
Il colloquio intimo e familiare tra Abramo e Dio è raccontato nel capitolo 18, esattamente in Genesi 18, 23-33, che affido alla vostra lettura e meditazione personale. Per non dilungarmi, qui trascrivo solo alcuni versetti:
aggiungi-unintestazione-16“Davvero sterminerai il giusto con l’empio? Forse vi sono cinquanta giusti nella città: davvero li vuoi sopprimere? E non perdonerai a quel luogo per riguardo ai cinquanta giusti che vi si trovano?… Rispose il Signore: Se a Sodoma troverò cinquanta giusti, per riguardo a loro perdonerò a tutto quel luogo. Abramo riprese e disse: Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere: forse ai cinquanta giusti ne mancheranno cinque…Rispose: Non la distruggerò, se ve ne troverò quarantacinque. Abramo: Forse là se ne troveranno quaranta …. trenta…venti…. dieci. Rispose: Non la distruggerò per riguardo a quei dieci”. 
Alcune considerazioni per capire come possiamo rivolgerci a Dio:
1. Davanti alla grandezza di Dio, Abramo è consapevole della propria piccolezza: “vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere”. L’umiltà è il primo atteggiamento da assumere nella preghiera;
2. Abramo si rivolge a Dio con umiltà, ma anche con estrema confidenza e insistenza, quasi a stancarlo: “Forse vi sono cinquanta giusti nella città…quaranta…” fino a negoziare la salvezza delle due città per la presenza di soli dieci giusti. Nella preghiera è necessario bussare continuamente alla porta del Cuore misericordioso di Dio, senza stancarsi. Lo raccomanda anche Gesù: “chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto” (Lc 11,9);
3. Dio, contro il suo desiderio, non riesce a salvare gli abitanti di Sodoma e Gomorra, che perseverano, impenitenti, nel loro “grande peccato”, ma il racconto ci dice chiaramente che bastano pochi giusti per mantenere in piedi il mondo stordito e dominato dal male. La vera sapienza di un cristiano, quindi, consiste nel lasciarsi attrarre dal bene, per arginare l’indubbia potenza del male.
4. Rileggendo questo testo della Genesi, mi sembra di capire: è lodevole pregare e insistere nella preghiera, ma solo la preghiera dei “giusti” arriva e commuove il cuore di Dio.
E ancora: quante preghiere, che partono da cuori induriti e compromessi col male, pretendono inutilmente di trovare ascolto!
Per fortuna, sono ancora tanti i giusti che, generosamente disinteressatamente e senza far rumore, spendono la loro vita al servizio degli altri, consentendo a tutti noi di continuare a sperare. 

Vi invito a condividere, domani sera alle ore 21.00, l’appuntamento settimanale con la recita del santo Rosario, che sarà trasmesso, su Tv 2000, dal santuario di Santa Maria della Grotta in Copertino (Lecce).

Coronavirus: Insieme per la recita del Santo Rosario

martedì, 21 aprile 2020

CON LE MANI ALZATE VERSO IL CIELO, SOSTENIAMOCI RECIPROCAMENTE NELLA PREGHIERA

Tra i tanti ostacoli che il popolo d’Israele incontra nel suo faticoso cammino verso la Terra Promessa, il libro dell’Esodo racconta l’agguato subito dagli amaleciti (Es 17, 8-13).
Israele non avrebbe mai potuto vincere contro un popolo spietato, esperto nell’arte della guerra.
Mosè, senza perdersi d’animo e fiducioso in un intervento di Dio, dopo aver spinto Giosuè ad andare in battaglia contro Amalek, sale sul monte per ritirarsi in preghiera.
schermata-2020-04-21-alle-10-35-55Una preghiera che diventa decisiva per l’esito della battaglia: “Quando Mosè alzava le mani, Israele prevaleva; ma quando le lasciava cadere, prevaleva Amalèk. Poiché Mosè sentiva pesare le mani, presero una pietra, la collocarono sotto di lui ed egli vi si sedette, mentre Aronne e Cur, uno da una parte e l’altro dall’altra, sostenevano le sue mani. Così le sue mani rimasero ferme fino al tramonto del sole. Giosuè sconfisse Amalèk e il suo popolo” (Es 17, 11-13).
Il testo dell’Esodo suggerisce due riflessioni: 
1. Mosè, sebbene stanco, insiste nella preghiera e Israele ottiene un’impossibile vittoria. Un particolare che deve spingerci, in questa impari lotta contro un virus insidioso, a insistere testardamente nella preghiera, fiduciosi che Dio interverrà;
2. Aronne e Cur sostengono le mani di Mosè, perché rimangano alzate nella preghiera di supplica e, così, consentano al popolo di prevalere sul campo di battaglia. L’atteggiamento di Aronne e Cur insegna che nella lotta contro le forze del male non possiamo agire da soli, ma abbiamo bisogno di sostenerci reciprocamente nella preghiera, perché il Signore ci ascolti.
cq5dam-thumbnail-cropped-1000-563Rileggendo questo brano dell’Esodo mi è venuta davanti l’immagine di Papa Francesco che prega, da solo, davanti al Crocifisso nella chiesa di San Marcello al Corso, per la fine della pandemia.
Sosteniamo, con la nostra preghiera, le mani stanche e affaticate di questo grande e umile nuovo condottiero della chiesa, che continua incessantemente a invocare la protezione di Dio sul mondo intero.
Le sue e le nostre braccia alzate verso il cielo sono decisive perché, ancora una volta, il Signore risparmi il suo popolo da una strage.
Ritroviamoci domani sera, mercoledì 22 aprile, su Tv 2000 alle ore 21.00, per la recita del Santo Rosario, guidato dal cardinale di Bologna Matteo Zuppi.

coronavirus: celebrazione domenica della Misericordia

lunedì, 20 aprile 2020

UNITI NELLA CELEBRAZIONE EUCARISTICA DELLA DOMENICA PER ALIMENTARE IL DONO DELLA FEDE
dsc_0024Come è noto, il governo con il Decreto del 10 aprile 2020, ha prorogato fino al 3 maggio le limitazioni già̀ in vigore, che prevedono anche la sospensione delle attività̀ di culto, aperte al pubblico. Anche la conferenza episcopale italiana (CEI), che quotidianamente si confronta con “il governo e il ministero dell’interno”, comunica che i riti religiosi si celebrino “senza concorso di popolo” e concede che per un “minimo di dignità̀ alla celebrazione, accanto al celebrante sia assicurata la partecipazione di un diacono, di chi serve all’altare, oltre che di un lettore, un cantore, un organista ed, eventualmente, due operatori per la trasmissione”
Rispettando scrupolosamente le indicazioni ricevute, nelle prossime domeniche continuerò a celebrare in chiesa, con la presenza di pochissime persone, necessarie per l’animazione liturgica della Santa Messa e per consentire di raggiungervi nelle vostre case, tramite la diretta streaming sulla pagina facebook della parrocchia. 
Le persone presenti, tutte munite di mascherina, manterranno, responsabilmente, la distanza di sicurezza. 
Il Vangelo di domenica, che presenta l’iniziale fede incerta di Tommaso, vuol essere un invito a coltivare la nostra fede, spesso combattuta e tentata dal dubbio. Perciò, continuiamo a pregare insieme per custodire questo grande dono, che Dio ci ha consegnato nel giorno del battesimo.
Vi aspetto domenica 19 aprile alle ore 10.00 per la celebrazione della Santa Messa della Divina Misericordia.
La diretta streaming, per quanto inadeguata, in ogni caso ci consentirà di sentirci uniti come una vera comunità di fede, che sente il bisogno di ritrovarsi attorno alla Mensa Eucaristica.
Vi auguro una buona giornata.
Un abbraccio
Il parroco gm

Coronavirus: Santo Rosario e supplica da Pompei

mercoledì, 15 aprile 2020

ROMPIAMO L’APPARENTE SILENZIO DI DIO CON LA PREGHIERA INSISTENTE.
SANTO ROSARIO E SUPPLICA DA POMPEI

Passa il tempo e le nuove condizioni di vita, imposte dalla pandemia, diventano sempre più insopportabili. 
schermata-2020-04-15-alle-10-00-00Questo è il tempo della sopportazione paziente, il tempo di non arrendersi. Soprattutto nella preghiera.
Diciamo con il salmista:
“A te grido, Signore, mia roccia,
non restare in silenzio mio Dio,
perché se tu non mi parli,
sono come chi scende nella fossa”. (salmo 27,1)
È il tempo di continuare a invocare il Signore, di “gridare” verso di Lui, consapevoli che “se Dio non ci parla”, ci sentiamo smarriti e perduti.
Il “silenzio” di Dio è solo apparente, in realtà non è sordo al “grido” dei suoi figli, ma interviene con i suoi tempi, che è necessario saper attendere, perché non sempre coincidono con i nostri. Bisogna solo fidarsi e insistere, nella certezza che solo una preghiera forte e convinta può mettere la parola fine a una situazione, che diventa sempre più difficile e complessa.
La fede richiede pazienza e non ammette stanchezza. Allora, continuiamo a pregare e a pregare insieme.
Ritroviamoci questa sera alle ore 21.00 su Tv 2000, collegati con il Santuario di Pompei, per la recita del Santo Rosario e la Supplica alla Madonna.

novena alla Divina Misericordia

domenica, 12 aprile 2020

INVOCHIAMO INSIEME LA DIVINA MISERICORDIA
AUGURI DI BUONA PASQUA 
Ieri, venerdì Santo, dopo la liturgia della Passione, abbiamo iniziato la novena e la coroncina alla Divina Misericordia.
È una preghiera potente, che vorrei raccomandarvi di continuare in questi giorni, possibilmente alle ore 15.00, fino a domenica 19 aprile, giorno della festa della Divina Misericordia.
dsc_0024Nelle conversazioni con Santa Faustina Kowalska, Gesù dice: “Ho tutta la vita eterna per usare la giustizia e ho solo la vita terrena in cui posso usare la misericordia; ora voglio usare misericordia!”.
Uniamoci tutti, con fiducia nella preghiera, ognuno nel silenzio della propria casa, per chiedere a Gesù che abbia pietà di noi, ci soccorra con la sua infinita Misericordia e ci liberi al più presto da questa pandemia.
AUGURO AI MIEI PARROCCHIANI E A TUTTII GLI AMICI DI FACEBOOK una serena e Santa Pasqua.
Gesù Risorto entri con la sua benedizione nelle vostre case, protegga voi e le vostre famiglie da questa epidemia e da ogni male. Volga il suo sguardo benevolo verso tutta l’umanità.
Chi non ha il libro per seguire la novena, può trovarla se questo link:
https://www.preghiereperlafamiglia.it/novena-alla-divina-mi…

 

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Coronavirus: triduo pasquale

domenica, 12 aprile 2020

TRIDUO PASQUALE: INSIEME ATTORNO A GESU’
In questo triduo Pasquale, che inizia oggi giovedì 9 aprile, in modo così inconsueto, sforziamoci ugualmente, anzi di più, per creare attorno a noi un clima di silenzio e preghiera. Per metterci in ascolto di Gesù e aprire il nostro cuore alla gratitudine per l’Amore, unico e generoso, che ha riversato sull’umanità intera.
Possibilmente cerchiamo di pregare insieme, accettando benevolmente i limiti imposti da questa epidemia ed eliminando le distanze, restando saldamente uniti spiritualmente.
Per questo, vi invito a pregare insieme con me, seguendo le celebrazioni attraverso il web, sulla pagina facebook della parrocchia, unico modo oggi possibile per soddisfare il desiderio di ritrovarci come comunità, attorno a Gesù. Vi ricordo giorni e orari:
GIOVEDI’ SANTO: ore 17.00 Santa Messa della Cena;
VENERDI’ SANTO: ore 15.00 Liturgia della Passione e novena alla Divina Misericordia;
DOMENICA DI PASQUA: ore 10.00 Santa Messa della Risurrezione
Pregando insieme in questi giorni, cerchiamo di ritrovare quella serenità interiore e quella Pace, che un po’ abbiamo perduto, ma che Gesù può e vuole sicuramente ridarci.

Coronavirus: Dio ci educa nella prova

domenica, 12 aprile 2020

DIO CI “EDUCA” NELLA PROVA
(Chiedo scusa per la inevitabile lunghezza del post e un po’ di pazienza per la lettura)

In questi giorni, nella mia mente tornano, in modo ricorrente, alcune parole dure della Scrittura.
Parole inequivocabili che ci presentano un Dio che minaccia e punisce il suo popolo per le continue infedeltà.
La schiavitù egiziana, il lungo e interminabile cammino nel deserto verso la terra promessa, l’esilio di Babilonia e tanti altri momenti di terribili prove, sono descritti dagli autori biblici come giusti castighi contro un popolo infedele e idolatra, che abbandona continuamente il suo Dio.
Per brevità, cito come esempio solo un brano del profeta Amos e uno dal libro delle cronache, sottoposto alla mia attenzione.
Amos:
“Ascoltate questo, voi che calpestate il povero
e sterminate gli umili del paese…
In quel giorno – oracolo del Signore Dio -
farò tramontare il sole a mezzogiorno
e oscurerò la terra in pieno giorno!
Cambierò le vostre feste in lutto
e tutti i vostri canti in lamento” … (Am 8, 4.9-10)
Secondo libro delle cronache:  
“Se chiuderò il cielo e non ci sarà più pioggia…. se invierò la peste in mezzo al mio popolo, se il mio popolo, sul quale è stato invocato il mio nome, si umilierà, pregherà e ricercherà il mio volto, e si convertirà dalle sue vie malvagie, ascolterò dal cielo e perdonerò il suo peccato e risanerò la sua terra….Ma se voi devierete e abbandonerete le leggi e le norme che io vi ho proposto, se andrete a servire altri dèi e a prostrarvi davanti a loro, vi sterminerò dalla terra che vi ho dato.” (2Cr 7, 13-14.19-20)
Nel brano di Amos Dio appare inflessibile verso i potenti, che sfruttano i poveri e calpestano i loro più elementari diritti con intollerabili ingiustizie.
Nel brano delle Cronache, si mostra pronto a “sterminare” il popolo che abbandona le sue leggi, ma anche attento alla preghiera di chi si converte “dalle sue vie malvagie” e lo invoca con cuore umile.
In questo tempo di coronavirus è diffuso il pensiero di un Dio “stanco” degli uomini, delle tante malvagità, delle ingiustizie, del nostro egoismo che non ci permette di vedere interi popoli abbandonati e costretti alla fame. E si conclude: Dio non ne può più e ci castiga, come faceva con il suo antico popolo d’Israele.
Se il Dio dell’antico testamento, secondo la mentalità del tempo, alterna castigo e misericordia, Gesù ci presenta l’immagine vera di Dio, insegnandoci a fidarci di Lui e a chiamarlo “Abbà” (Papà).
La vendetta, a cui spesso ricorre l’uomo, non appartiene a Dio, Padre Misericordioso. 
Forse, dunque, è più corretto dire che Dio non vuole ma permette epidemie e calamità naturali, che risalgono esclusivamente alla stoltezza dell’uomo. E si serve di questi momenti per “educarci” e richiamarci all’essenziale, ai veri valori che contano. La prova, infatti, toglie le certezze e costringe a riflettere. Dio, poi, permette la prova per Amore: “Io, tutti quelli che amo, li rimprovero e li educo” (Ap 3,19). L’Amore è espressamente richiamato anche nella lettera agli ebrei: “il Signore corregge colui che egli ama…. È per la vostra correzione che voi soffrite! img_2417Dio vi tratta come figli; e qual è il figlio che non è corretto dal padre? …” (Ebr 12, 6-7)
E, soprattutto, Dio non è insensibile al grido dei suoi figli: “se il mio popolo… pregherà e ricercherà il mio volto, e si convertirà dalle sue vie malvagie, ascolterò dal cielo e perdonerò il suo peccato e risanerò la sua terra” (2Cr 7,14)
Forse bisogna cogliere questo tempo di stravolgimento delle nostre vite e di solitudine, come un’opportunità per farci alcune domande serie sulla nostra vita, sui nostri comportamenti, sui nostri rapporti.
Questo è il tempo in cui Dio passa per le nostre vie, ci parla e vuole essere accolto e ascoltato. “Timeo Dominum transeuntem” (temo il Signore che passa) diceva Sant’Agostino. Appunto, la paura che Gesù passi e noi non siamo capaci di riconoscerlo.
Chissà se, al Suo passaggio, ritroveremo l’intelligenza e il buon senso per operare una vera svolta e capire
1. che non possiamo più avvelenare la terra, che pretende ossigeno e se lo prende, lasciando noi in affanno;
2. che siamo così fragili, ospiti a tempo in questo mondo, e che il tempo è breve;  
3. che è da stolti ostinarsi e chiudersi nel proprio orgoglio, costruendo muri e dimenticando che abbiamo bisogno di tutti, ma proprio di tutti;
4. che oggi, costretti a comunicare solo virtualmente, dobbiamo riscoprire la gioia di incontrarsi, parlarsi, sorridersi e, quindi, recuperare la “normalità” dei rapporti, finalmente tanto desiderata; 
5. che attorno a noi c’è tanta gente che soffre, che cerca inutilmente nient’altro che un gesto o una parola di conforto;
6. che ci sono ancora tanti, “tantissimi poveri” che non vediamo o non vogliamo vedere e verso i quali, come ha detto Papa Francesco nell’omelia di santa Marta di lunedì 6 aprile, siamo “indifferenti”, nonostante essi siano “al centro del Vangelo”;
7. che la “bella notizia” del Vangelo deve essere “al centro della nostra vita” e che Gesù è salito sulla Croce, per renderci capaci di accoglierla, viverla e portarla a tutti.